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1. Il volume di Alessandra Pioggia prende le mosse richiamando il senso diffuso di profonda insoddisfazione, che porta alle continue riforme di vari settori della pubblica amministrazione. In particolare, si lamenta spesso un eccesso di burocrazia, da cui deriva la richiesta insistente di semplificazione. La soluzione sembra essere riposta nella riduzione dello spazio occupato dalla p.a.
Sottolinea tuttavia correttamente l’A. che questo atteggiamento sorge dalla concezione dell’amministrazione essenzialmente come antagonista dei diritti dei singoli (o del loro pieno soddisfacimento). Il ruolo delle autorità pubbliche dovrebbe essere invece di garanzia, in primis nell’ottica dell’attuazione dei valori costituzionali. Per questo, da tempo la dottrina argomenta l’esistenza di un diritto individuale, non privo di fondamento anche al supremo livello normativo, alla buona amministrazione. Così facendo, però, non si tiene conto dei rischi di omologazione che stanno a monte, nel momento in cui si tratteggia la fisionomia dell’amministrazione “ideale”, calibrandola sulle esigenze e sui bisogni dell’amministrato “medio”.