Scarica il PDF


1. Che l’emergenza pandemica fosse una sfida inimmaginabile per qualsiasi sistema istituzionale era circostanza a dir poco ovvia, già dal rapido succedersi degli eventi che precipitosamente hanno portato al primo lockdown durante il quale tutti, inebetiti e inermi, assistevano alle agghiaccianti immagini che venivano trasmesse, senza soluzione di continuità da tutte le testate. Altrettanto ovvio è il fatto che essa ha portato all’attenzione di tutti alcuni nodi critici del nostro sistema istituzionale rispetto ai quali la riflessione è dovuta, moralmente dovuta quanto meno per “rispetto” verso coloro che attraverso il loro sacrificio ci hanno traghettati in una situazione in cui, distratti da altri eventi, cominciamo a proiettarci in una situazione di post-pandemia.
È indubbio che l’emergenza pandemica abbia palesato da un lato l’interdipendenza della società moderna in ragione della sincronizzazione globale dell’esperienza di crisi, dall’altro ha messo a nudo alcune criticità strutturali del nostro sistema. In queste mie brevissime riflessioni vorrei focalizzare l’attenzione su due nodi che, a mio sommesso avviso, hanno un rilievo cruciale nella lettura e interpretazione – facile da una situazione ex post – delle soluzioni poste in essere e della loro graduale efficacia1.

2. Il primo è certamente rappresentato dalla considerazione del rapporto tra emergenza e rischio. Sebbene l’emergenza pandemica avesse il carattere della inimmaginabile eccezionalità e straordinarietà, anche se pochi giorni dopo il primo shock la memoria è subito andata alla “spagnola” – quindi eccezionale ma non impossibile –, non ci si può esimere dal domandarsi quale sia stata l’effettiva capacità di risposta del nostro sistema istituzionale. Sebbene sia facile celarsi proprio dietro il velo della eccezionalità dell’evento, già la sola considerazione della diversa capacità di risposta che le parti del territorio hanno manifestato impone che si rifletta su quello che è evidentemente il dato di base e cioè la capacità del sistema e in particolare del sistema amministrativo di trovare al proprio interno gli strumenti attraverso i quali rispondere alle sollecitazioni imposte proprio dalla eccezionalità.