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Il volume curato da Anna Simonati affronta un tema centrale nel contesto della riflessione giuridica sulle pubbliche amministrazioni, andando ad indagare, nella dimensione dell’amministrazione di servizio, cioè dell’apparato pubblico a servizio dei cittadini, le opportunità strategiche che sono offerte alle Amministrazioni pubbliche dalla tutela e dal potenziamento della Diversità o, rimanendo fedeli al nostro patrimonio valoriale, le opportunità per lo sviluppo di un sistema di garanzia dei diritti della “persona”.
Si tratta di un volume che giunge in un momento storico in cui si sente (purtroppo) imperante il bisogno di una attenta riflessione sul tema. Per tutte basti pensare alla decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di vietare l’affirmative action nelle ammissioni universitarie che ha colpito al cuore il “sogno americano”. Questa decisione (e quelle simili che in altre giurisdizioni nazionali sono frequenti in tutto il mondo) è molto importante per sottolineare come il tema del libro e gli obiettivi della sua curatrice e dei suoi autori non debbano e non possano essere dati per scontati nel nostro tempo.
È vero, come spiega Anna Simonati nella Prefazione di questo libro, che il principio di uguaglianza è sempre stato considerato uno dei valori fondamentali delle società moderne ed è dichiarato tra le regole di base di un sistema giuridico in tutto il mondo. Ma come dimostra la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti, questo valore e questo principio sono molto fragili e il suo rafforzamento, il suo consolidamento e la sua conseguente applicazione attraverso i sistemi giuridici nazionali sono a rischio ogni giorno e in ogni parte del mondo, anche nei Paesi in cui si ritiene comunemente che la democrazia, lo sviluppo economico e il benessere sociale siano allo stadio più sviluppato. E ciò in quanto non solo non si può in alcun modo ritenere che vi sia una correlazione direttamente proporzionale tra eguaglianza e benessere economico, ma non si può sottacere quella molteplicità di fattori che in maniera interferenziale possono incidere negativamente sul risultato ultimo dell’eguaglianza tra persone nei diritti.
Il libro è davvero prezioso perché, nel suo approccio comparativo, prende in considerazione le disposizioni legali di molte giurisdizioni nazionali e l’esperienza di molte amministrazioni pubbliche in tutto il mondo. I valori della diversità e dell’inclusione vengono così considerati non solo come principi generali del diritto, ma anche nella loro azione rispetto al dovere delle Amministrazioni di fornire parità di trattamento a tutti i soggetti con cui entrano in contatto. L’obiettivo del volume, come spiega Anna Simonati, non è quello di offrire risposte definitive e certe, né uno studio sistemico della materia, ma di affrontare le varie possibili cause di discriminazione (sesso e genere, razza, età, religione, stato di salute, condizione economica e sociale) e di esaminare soprattutto i possibili rimedi contro di essa con un’analisi orientata ai casi.
Come chiarisce la curatrice, la ricerca si basa “sull’idea che, in un’epoca di rapida e repentina trasformazione dell’azione amministrativa, gestire nuovi fenomeni analizzando campi di intervento ristretti possa essere una mossa saggia e strategica. Questo metodo, infatti, permette di comprendere a fondo i pro e i contro delle diverse politiche, sotto un ampio ombrello multidisciplinare. Il volume rappresenta, quindi, uno sforzo per fornire una panoramica di alcuni dei possibili metodi e strumenti che vengono oggi sperimentati dalle amministrazioni, al fine di affrontare adeguatamente i problemi pratici legati alla diversità”. Questo lavoro collettivo di un gruppo eterogeneo di studiosi e professionisti, provenienti da diversi Paesi, è quindi estremamente prezioso per sottolineare come le politiche pubbliche e gli strumenti del diritto amministrativo possano essere fondamentali – in molti modi diversi – per la lotta senza fine verso l’uguaglianza e la giustizia sostanziale.