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Abstract
Il contributo intende ragionare sull’attitudine del principio del risultato a condizionare le scelte discrezionali dell’amministrazione rispetto all’esercizio di una serie di facoltà che il testo normativo riconosce alla pubblica amministrazione nella procedura di dialogo competitivo. Tali scelte, nel quadro di un’attività contrattuale orientata al risultato dell’affidamento, appaiono condizionate dal livello di complessità dell’appalto come conseguenza del grado di incompleta definizione del relativo oggetto. In questa prospettiva, alcune scelte dell’amministrazione dovranno intendersi come doverose nei casi in cui sia minimo, in avvio di gara, il grado di definizione dell’oggetto dell’appalto.
The principle of results as a priority criterion for the exercise of discretion in the competitive dialogue procedure
The paper intends to reason on the aptitude of the principle of the result to condition the discretionary choices of the administration with respect to the exercise of a series of faculties that the regulatory text recognizes to the public administration in the competitive dialogue procedure. Such choices, in the framework of a contractual activity oriented to the result of the assignment, appear to be conditioned by the level of complexity of the contract as a consequence of the degree of incomplete definition of the related object. In this perspective, some choices of the administration will have to be considered as obligatory in cases in which, at the start of the tender, the degree of definition of the contract object is minimal