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Abstract

Il contributo prende in esame il giudizio di parificazione dei rendiconti regionali nei più recenti sviluppi, ponendone in rilievo la crescente complessità a seguito della costituzionalizzazione del precetto dell’equilibrio e dei vincoli europei al governo dei conti pubblici che impongono un accertamento giudiziale delle informazioni contabili dell’ente, trattandosi di giudizio unitariamente rivolto ad assicurare la funzione di “controllo-garanzia” della legalità finanziaria e a restituire alle Assemblee elettive e alla comunità politica la verifica inerente all’impiego delle risorse, secondo quanto affermato dalla giurisprudenza della Corte costituzionale, della Corte di cassazione e della Corte dei conti. Tutto ciò, a prescindere dalla questione della natura dell’attività svolta, richiederebbe adeguati bilanciamenti con l’autonomia regionale attorno ad alcuni profili irrinunciabili al fine di garantire l’effettività della tutela delle parti pubbliche e degli interessi costituzionalmente rilevanti e potenzialmente antagonisti coinvolti nel giudizio stesso (Regione, Pubblico ministero contabile, interessi f inanziari adespoti alla “sana gestione”): autosufficienza della “decisione” di parifica, distinta dall’allegata “relazione”, in quanto avente effetti assimilabili a quelli di una pronuncia che “fa stato” nei confronti delle parti in ordine ai fatti di gestione accertati rispetto ai parametri normativi; criterio della c.d. “doppia perimetrazione”, ricavabile dal principio della domanda, che consente di individuare la portata del giudizio d’impugnazione ex art. 123 del Codice della giustizia contabile; valorizzazione della fase istruttoria, anche mediante le c.d. istruttorie “incrociate”, vale a dire funzionali ad acquisire informazioni e dati da soggetti terzi rispetto alla Regione ma a questa collegati; pienezza ed effettività del contraddittorio in tutte le fasi del procedimento. A tali fini, de iure condendo viene auspicato un intervento del legislatore rivolto ad introdurre un vero e proprio rito del controllo, in quanto la garanzia della neutralità dell’organo magistratuale e della funzione, da un lato, e dell’autonomia regionale, dall’altro lato, può ritenersi tale soltanto se la Corte dei conti opera sulla base di una completa eteronomia in tutte le fasi del procedimento.

Approval of accounts and regional autonomy

The article examines the equalisation of regional accounts in its most recent developments, highlighting its growing complexity following the constitutionalisation of the principle of equilibrium and the European constraints on the management of public accounts, which require a judicial assessment of the entity’s accounting information, because it is a single judgement aimed at guaranteeing the function of “control-guarantee” of financial legality and restoring to the elected assemblies and the political community the control inherent in the use of resources, as confirmed by the jurisprudence of the Constitutional Court, the Court of Cassation and the Court of Auditors. All this, regardless of the nature of the activity carried out, would require an appropriate balance with regional autonomy around certain inalienable profiles to guarantee the effectiveness of the protection of the public parties and the constitutionally relevant and potentially antagonistic interests involved in the judgment itself (Region, Public Prosecutor for Accounting, financial interests affected by sound administration): the autonomy of the “decision” of equalisation, as opposed to the attached “report”, in that it has effects similar to those of a decision that “establishes” the status of the parties concerning the administrative facts established with regard to the regulatory parameters; the criterion of the so-called “double perimeter”, which can be derived from the principle of the question, which allows to identify the scope of the appeal proceedings under article 123 of the Code of Accounting Justice; the strengthening of the preliminary investigation phase, also by means of the so-called “cross” preliminary investigations, i.e. functional to obtain information and data from third parties with respect to the region but connected to it; full and effective cross-examination at all stages of the proceedings. To these ends, de iure condendo, it is hoped that the legislator will intervene to establish a true and proper rite of control, since the guarantee of the neutrality of the judicial body and function, on the one hand, and of regional autonomy, on the other, can only be considered as such if the Court of Audit operates based on complete heteronomy at all stages of the proceedings.